La terapia con Simvastatina riduce gli eventi cardiovascolari nei pazienti non-diabetici con malattia coronarica con o senza sindrome metabolica
I Ricercatori del Kuopio University Hospital ( Finlandia ) hanno determinato l’effetto di un trattamento con Simvastatina sul rischio di insorgenza di eventi cardiovascolari nei pazienti non-diabetici affetti da malattia coronarica con e senza la sindrome metabolica, secondo la definizione del National Cholesterol Education Program ( NCEP ) Adult Treatment Panel III ( ATP-III ).
Analisi di sottogruppi sono state eseguite su 3.933 pazienti non-diabetici con malattia coronarica definita clinicamente, con livelli plasmatici di colesterolo totale compresi tra 5.5 e 8.0mmol/l e livelli plasmatici di trigliceridi pari o inferiori a 2.5mmol/l , che avevano preso parte allo Scandinavian Simvastatin Survival Study (4S).
Gli end point erano rappresentati dalla mortalità totale, la mortalità coronarica, i maggiori eventi di malattia coronarica, la rivascolarizzazione miocardica, ogni evento coronarico, ictus ed ogni evento aterosclerotico.
Il periodo di follow-up è stato in media di 5,4 anni.
La Simvastatina ha prodotto dei cambiamenti simili nei livelli sierici dei lipidi negli 893 pazienti affetti da sindrome metabolica e nei 3.040 senza sindrome metabolica.
Il rischio relativo ( RR, relative risk ) dei principali end point nei pazienti sottoposti a trattamento con Simvastatina rispetto a quelli trattati con placebo è stato di 0.54 per la mortalità totale, di 0.39 per la mortalità coronarica, di 0.59 per gli eventi coronarici maggiori e di 0.69 per ogni evento aterosclerotico.
I rischi relativi per i pazienti senza sindrome metabolica sono stati 0.72, 0.62, 0.71 e 0.76, rispettivamente.
Lo studio ha dimostrato che il trattamento con Simvastatina produce nei pazienti non-diabetici con o senza sindrome metabolica, una simile riduzione del rischio di eventi cardiovascolari.
Il beneficio assoluto può essere maggiore nei pazienti con sindrome metabolica, dal momento che questi presentano un rischio più elevato.( Xagena2004 )
< br> Pyörälä K et al, Diabetes Care 2004; 27: 1735-1740
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